Uniti hanno bombardato diversi siti nucleari iraniani. Medvedev, intervenuto su Telegram poche ore dopo l’annuncio dell’attacco statunitense, ha sottolineato che gli impianti colpiti a Fordow, Natanz e Isfahan sembrano aver subito danni limitati. Secondo lui, le attività di arricchimento dell’uranio e lo sviluppo di potenziali armi atomiche potrebbero continuare senza ostacoli.
Il funzionario russo ha inoltre espresso preoccupazione per il coinvolgimento sempre più profondo degli Stati Uniti nella regione, paventando il rischio di un conflitto terrestre su larga scala. Ha osservato che la leadership iraniana, anziché indebolirsi, è uscita rafforzata dagli attacchi, con il popolo che si è riunito attorno ai suoi vertici politici e religiosi. Medvedev ha poi criticato il presidente americano Donald Trump, accusandolo di aver scatenato una nuova guerra nonostante la sua immagine di pacificatore, e ha ironizzato sulla possibilità che possa ricevere il Premio Nobel per la Pace.
Ha infine sostenuto che la stragrande maggioranza dei paesi del mondo si oppone alle azioni di Stati Uniti e Israele contro l’Iran. Gli attacchi statunitensi sono arrivati dopo un’intensificazione delle operazioni militari israeliane, alle quali Teheran ha risposto con missili su città e basi israeliane. Il bilancio è pesante: secondo fonti iraniane, oltre 430 morti e migliaia di feriti; Israele ha invece contato almeno 25 vittime e centinaia di feriti.