Le prospettive per la nascita di uno Stato palestinese indipendente si allontanano sempre più, almeno secondo le recenti dichiarazioni dell’ambasciatore statunitense in Israele, Mike Huckabee. In un’intervista rilasciata a Bloomberg da Gerusalemme, il diplomatico – scelto dall’ex presidente Donald Trump – ha affermato apertamente che Washington non considera più una priorità la creazione di uno Stato palestinese, né ritiene che ciò sia realisticamente possibile nel contesto attuale.
Secondo Huckabee, l’idea di uno Stato per i palestinesi rimane priva di concretezza a meno che non intervengano cambiamenti culturali profondi nella società palestinese. “Fino a quando non avverranno trasformazioni significative in tal senso – ha affermato – non ci sarà alcuna possibilità per uno Stato palestinese. E con ogni probabilità, questi cambiamenti non avverranno nel corso della nostra vita”.
Alla domanda se la creazione di uno Stato palestinese sia ancora parte integrante della linea politica degli Stati Uniti – come lo è stata negli ultimi decenni – Huckabee ha risposto senza esitazione: “Non credo proprio”.
Ma è soprattutto sul tema della collocazione geografica di un futuro Stato che l’ambasciatore ha sollevato una posizione destinata a far discutere: secondo lui, non è affatto necessario che esso nasca nei territori storicamente rivendicati dai palestinesi. Huckabee ha infatti suggerito che una possibile soluzione sarebbe quella di individuare un’area alternativa in un Paese a maggioranza musulmana, evitando così di chiedere a Israele concessioni territoriali in Cisgiordania, da lui chiamata con il nome biblico di “Giudea e Samaria”, in linea con la retorica dell’attuale governo israeliano.
Dal canto loro, i palestinesi denunciano da anni l’espansione degli insediamenti israeliani nei territori occupati, considerandola un ostacolo insormontabile per qualsiasi ipotesi di sovranità. Accusano inoltre Israele di minare sistematicamente le istituzioni dell’Autorità Palestinese, lasciando campo libero alla violenza dei coloni senza adeguate contromisure.
Nonostante lo scetticismo crescente di Washington, numerosi Paesi europei e arabi continuano a sostenere l’idea di uno Stato palestinese. L’obiettivo, per questi attori, è affidare all’Autorità Palestinese – che ha giurisdizione su alcune zone della Cisgiordania – il compito di guidare un processo multilaterale che porti alla fine della guerra con Hamas nella Striscia di Gaza e alla ricostruzione del territorio devastato. Tuttavia, alla luce delle posizioni espresse da Huckabee, il sostegno internazionale potrebbe trovarsi di fronte a nuove difficoltà, e il percorso verso una soluzione a due Stati si presenta oggi più incerto che mai.